venerdì 25 agosto 2017

sarà .. ma io mi fido !

Non mi ci metto a prendere posizione perché molto probabilmente farei lo stesso errore che stanno facendo in molti, quello di schierarsi contro i vaccini senza avere alcuna conoscenza scientifica. Non voglio aprire un dibattito, in quanto non ho molto su cui discutere, ho sempre creduto nella scienza. Ho sempre creduto nei medici che mi hanno curata ed assistita nel corso degli anni. Questa è l'unica cosa che mi permette di decidere, non ho basi di studio per poter scegliere seguendo altre logiche. Ne per schierarmi, ne per impuntarmi. Ciò che mi ha permesso di guarire, rialzarmi, lottare e non mollare è stata certamente la mia voglia di vivere, ma soprattutto è stato crederci.
E crederci non dipende sempre e solo da noi.
I miei medici mi hanno trasmesso cosi tanta fiducia, così tanta convinzione di ciò che fanno, che per me è stato inevitabile poterci credere. Credere che mi avrebbero guarita e che avrebbero fatto tutto il possibile.
Io credo in queste persone, credo nel lavoro che svolgono ! Non vedo complotti, interessi e menzogne. Mi hanno guardata un milione di volte negli occhi e non ho potuto fare a meno di confidare in ciò che mi trasmettevano.
E se così non fosse stato, avrei cambiato strada fino ad incontrare occhi di cui fidarmi.
Quindi ecco la mia fiducia nella scienza e in chi la pratica mi permette di fare delle scelte.
Perché ora, sicuramente, non sarei qui se non mi fossi fidata. O in ogni caso non avrei potuto superare infinite difficoltà.
Non ho nozioni sufficienti per presumere che esista altro. Non ho la presunzione di mettere in discussione temi così complessi. Ma soprattutto non metto in discussione chi ha saputo sempre, in ogni situazione, curarmi. Da quando avevo 5 anni fino ad ora che ne ho 37.
Era il mio ventinovesimo giorno di ricovero durante un ciclo di chemio molto forte, ed era il mio decimo giorno di isolamento. Ero a pezzi, volevo tornare a casa e stavo piangendo decisamante troppo. Il mio oncologo ha fatto uscire i miei genitori dalla stanza, si è seduto accanto al mio letto, mi ha guardata negli occhi e mi ha detto "se fai così Chiara, non andiamo da nessuna parte, noi facciamo il nostro meglio ma tu ti devi dare una scossa e non mollare , me lo prometti?"
Ho sempre lottato senza più abbattermi dopo quella promessa, è stata una lezione di vita che non dimenticherò mai più.
Avevo bisogno delle loro cure e di me stessa, questo è TUTTO ciò in cui credo !
Il tuo medico è anche la tua cura e tu sei il terzo elemento.
Non esiste niente all'infuori di queste tre cose che ti possa far tornare a vivere:
1)Un medico di cui fidarti
2)la cura stabilita
3)tanta forza di volontà.
A volte è vero queste tre cose non bastano, ma siamo uomini e non sempre vinciamo.
Questo per dire che anche se il mondo fa schifo, è corrotto e pieno di complotti che nemmeno immaginiamo, ci sarà sempre qualcuno di cui fidarsi, ci sarà sempre qualcuno che ti guarderà in faccia e agirà per il tuo bene. Ci sarà sempre qualcuno pronto a spiegarti il perché delle cose, a chiarire con pazienza ogni minimo dubbio.
Forse e dico forse, chi si schiera tanto contro questo pensiero è chi ha vissuto una vita in salute, lottando soprattutto contro semplici raffreddori o non si è mai trovato in bilico tra la vita e la morte.
Chiara

io ci sono !

Bisogna raccogliere le forze per stare accanto ad un amico, bisogna volerlo davvero.
Bisogna sapersi mettere da parte.
Bisogna avere coraggio per prendersi un po' di quel dolore ed affrontarlo insieme.
Chi vi dice che l'amicizia è una cosa semplice, mente.
Vuol dire che non la conosce veramente.
E non importa quale impegno vi eravate presi, non importa quale cosa strepitosa dovevate fare, annullate tutto, perché la risposta giusta e' sempre "tranquillo, cinque minuti e sono da te !!!"

La realtà è che quando fai il possibile per stare accanto a qualcuno, significa che non sei solo.
Chiara

Un dono

Il soffio del vento certe sere è un dono.
Lo sento entrare dalla finestra, come una creatura notturna di chissà quale mondo.
Mi lascio sorprendere da questo ospite inatteso.
Chiara

Addio ..

Successe tutto in una notte.
Un rumore assordante nel pieno della notte li svegliò. Suo padre non le lasciò mai la mano, mentre la terra davanti a loro veniva risucchiata pezzo dopo pezzo, palazzo dopo palazzo, come se qualcosa sotto il suolo la stesse aspirando.
"Saluta il vecchio mondo Mia, non lo rivedremo mai più". Aveva sempre ammirato la calma e la fierezza che riusciva a mantenere suo padre nelle situazioni più difficili, persino lì, in mezzo ai detriti di un mondo che stava sparendo sotto i loro piedi.
Mia strinse forte la sua mano , unico appiglio in quella catastrofe.
Ma non chiuse gli occhi , nemmeno per un secondo.
Ammiro' con terrore la gloriosa rivincita della natura sull'uomo e sentí da qualche parte, dentro di sé, una specie di conforto.
Forse, pensò, morire oggi non sarebbe poi così terribile ..
Chiara

ho visto ..

Ho visto persone guardare la loro vita passare, come se non ne facessero parte. Passivamente, come quando uno sta in coda alla cassa del supermercato, con la stessa apatia.
Ho visto persone gettarla al vento in modo così stupido da restarne perplessi. Ho visto persone alle quali la vita è crollata addosso, da un momento all'altro senza ragione, senza volerlo, perdendone ogni frammento e smarrendoci dentro ogni loro sorriso.
Ho visto persone che la vita l'hanno odiata sempre, ogni istante della loro esistenza, come fosse il loro peggior nemico. A volte forse per ragioni vere altre per l'abitudine di farlo o per poter incolpare qualcuno per non essere ciò che sognavano di essere.
Tutte queste vite che ho visto mi hanno insegnato una cosa preziosa ed unica.
Che la vita io la amo, sebbene mi faccia gli sgambetti dal giorno che sono nata.
Ho imparato che si può avere il SOGNO più grande del mondo, ma a volte la salvezza sta nel non sprecare tutto cio' che abbiamo per qualcosa che non si può avere. Allo stesso tempo ho capito che se non hai sogni non vivi. Ho imparato che lo spreco, il rimandare, il non provare è la morte peggiore che esista.
Ho capito che odiarla è come odiare noi stessi ed odiare noi stessi è stupido. Perché fondamentale siamo quello che ci siamo permessi di essere, sbagliando, cadendo, fraintendendo , prendendo scorciatoie o strade lunghissime. Scegliendo amici sbagliati, amori insensati e magari accendendo luci che dovevano restare spente. Abbiamo premuto pulsanti, girato manopole, alzato leve, proprio come quando si tenta di far funzionare un macchinario sconosciuto.
Ho capito che ci sono piccoli sbagli che possono diventare giganti , e cose che non credevamo giuste che si rivelano illuminanti.
Ho capito che non si può capire tutto e non si possono controllare le cose. Per questo motivo credo solo ad una regola : bisogna tentare di godersi tutto il più possibile, perché la vita e le scelte che facciamo possono cambiare il gioco da un istante all'altro.
Bisogna saper godere di ogni piccolo scintillio di felicità, dal più semplice al più glorioso.
E mentre tentiamo di far funzionare questo macchinario incomprensibile dobbiamo solo fare una cosa, imparare a riconoscere la bellezza e invece di ignorarla, sputarle addosso o complicarla, aprire il più possibile le nostre braccia ed accoglierla.
Con amore
Chiara

lontano , lontano

Aveva chiuso con la gente. Non ne voleva più sapere. Le persone non c'erano mai quando lui ne aveva bisogno. Le persone spesso avevano questo fastidioso vizio di dire e poi non fare, di non mantenere una parola data , di mancare e di avere sempre delle ottime scuse !
Era stanco di questa recita, stanco di tutte quelle belle parole mai seguite dai fatti.
Si guardò intorno e non c'era nessuno, solo silenzio e nuvole grevi.
Era nel luogo che aveva sempre sognato.
Sarebbe stato bene , sarebbe stato felice.
Lì, così lontano dal grande teatro dell'umanità, sarebbe stato finalmente sé stesso.
Donò il suo nuovo sorriso al vento, perché del vento si sa, ci si può fidare.
Chiara

come ancore ...

Le prendeva proprio quella malinconia. Non c'era cura. Una malinconia che piano piano le riempiva gli occhi.
La conosceva bene, era la nostalgia della partenza.
Sentiva una disperata mancanza. Mancanza di strade, di cieli , di parchi e panchine. Di castelli e di storie, di vento in faccia.
Di piogge sottili e volti sconosciuti.
Era come un vuoto al centro del petto.
Un desiderio indomabile di sradicare le proprie radici ,che troppo spesso, le pesavano come ancore arrugginite appese ai suoi piedi.
Chiara

"Preghiera alle mie ossa .... "


Tieni duro fragile corpo , tieni duro.
Ho ancora innumerevoli mondi da vedere e strade da percorrere. Ho ancora migliaia di foto da scattare e quanti sogni, che dentro al cassetto non ce ne stanno più.
Tenete duro fragili ossa, fatelo per me e per il mio indomabile cuore. Fatelo per i miei occhi che sono ancora così curiosi e affamati. Tenete testa alla gran voglia di vivere che ho, non mollate. Non vi chiedo un per sempre, non sarebbe realistico, vi chiedo un "ancora un po' ". Ancora qualche montagna, qualche città, ancora un po' di voli e di treni da prendere. Un po' di Islanda, un ritorno a Londra. Un viaggio nel West degli stati uniti, dove fermarsi a bere caffè nero slavato. Vi chiedo di resistere fino al Galles e di tenere duro sull'isola di Lewis! Concedetemi di vedere Berlino almeno una volta. E di mangiare riso coi bastoncini a Tokyo !!!
Non abbandonate questa immensa energia che ho.
Ci si stanca di essere fragili fuori e non dentro. Ci si stanca di volere e spesso non potere.
Ci si stanca quando la voglia di fare e' sempre superiore alla capacità di fare. Lo so. So che siete stanche di me , vi sento lamentarvi, so che vorreste sorreggere uno spirito più calmo e dormiente. Ci ho provato a far andare il mio cuore al vostro passo, credetemi, ma non ci sono riuscita.
Quindi vi chiedo, mie fragili ossa, di portare ancora un po' di pazienza, di sopportarmi ancora. Non sono ancora pronta per fermarmi , per rassegnarmi , non sono ancora pronta a legare i miei desideri ad un divano. Vi chiedo ancora qualche picnic in mezzo al verde, un giro in centro a Bologna, una canzone davanti all'oceano , un fanculo sincero a tutto ciò che non voglio.
Con amore
Chiara

"quando un'immagine diventa musa"


Aveva sempre amato Parigi tanto quanto amava la notte. Conosceva ogni anfratto di quella città che l'aveva conquistata molti anni prima durante un viaggio. Adorava il rumore solitario delle carrozze, era convinta che di notte trasportassero solo le persone che nascondono un segreto, qualcosa da non poter mostrare alla luce del sole.
Per lei la notte era proprio questo, il momento migliore per mentire e Parigi sembrava la città perfetta per poterlo fare. Così sofisticata e perbene di giorno e tanto misteriosa la notte.
Gli uomini a Parigi avevano tutti un buon profumo e un modo di parlare antico, era difficile poter resistere al loro fascino.
Ne erano entrati ed usciti parecchi da quella sua stanza da dove si intravedeva la torre Eiffel, alcuni li aveva dimenticati facilmente, altri erano stati addii strazianti e in certe notti le sembrava di sentire ancora l'eco di quel dolore. Era proprio l'eco di quel dolore a non darle il sonno. Se ne stava affacciata su quel balcone aspettando che la bellezza della città e le sue luci la guarissero. Parigi guariva sempre le sue ferite, più di qualsiasi amico o liquore.
Séraphin sembrava pensare la stessa cosa mentre fissava la luna accanto e lei. Era un gatto nero e in quanto tale, amava la luna più di altri. Spense la sigaretta dando un ultimo sguardo alla città, lasciò a Séraphin il piacere di una luna tutta sua e sentì la profonda convinzione che qualcosa di magico avvolgesse Parigi, come una nebbia invisibile in grado di trasformare ogni cosa.
Era l'unica spiegazione a quell'immensa bellezza.
Chiara


venerdì 11 agosto 2017

Il mio faro

Nel Donegal esiste un piccolo posticino che se dovessi mai credere nel paradiso, sicuramente lo immaginerei proprio così.
C'è una stradina e sul lato di questa stradina c'è una scala quasi nascosta.
Tu scendi i gradini e ti ritrovi coi piedi sopra ad una spiaggetta e davanti al tuo naso si apre l'oceano. Sulla tua sinistra c'è una piccola collina verde da dove spicca un faro bianco con delle strisce nere. Vicino a questa spiaggia un campo da golf, che dà sull'oceano.
Il giorno di ferragosto era completamente deserta, nonostante quel giorno ci fosse un sole bellissimo! !
Una spiaggia deserta a ferragosto,  solo a dirlo mi emoziono !!!
E tu te ne stai lí con lo sguardo perso sulla linea di congiunzione tra oceano e cielo e l'unica cosa che desideri fare è sentirti vivo.
Robe da fermarsi per ore, per giorni , per vite.
Quando sogno vado sempre su quella spiaggia , sono sdraiata con un libro in mano e ascolto l'ululare del vento che mi canta canzoni bellissime. A volte sbuca il sole, altre invece sono le nuvole ad averla vinta, è una continua gara.
Nel sogno c'è sempre un sorriso vicino al mio e gli scogli hanno il profumo di storie antichissime.
Poi mi giro verso il faro e penso che ogni persona di questo mondo ha il suo faro. Qualcosa di certo che spicca in mezzo a qualunque disastro.
E se ascolti bene,  sotto voce ti dice: "non temere, qui sei al sicuro, qui sarai sempre al sicuro".

Ci rivediamo presto con amore
Chiara

Ladra di istanti

Non ricordava quando fosse stata l'ultima volta che aveva dormito in una vera casa, erano passati anni, sebbene ora ne avesse a malapena sedici. Suo padre era morto quando aveva solo pochi mesi e sua madre aveva sempre amato più gli spacciatori di quanto amasse lei. Vivevano in una baracca nei sobborghi di Brooklyn , aveva capito di voler fuggire quando ancora era una marmocchia che succhiava il pollice.
Quella donna non era certo sua madre, nonostante l'avesse messa al mondo.
Non era stato difficile scappare, semplicemente un giorno non era più rientrata e nessuno da allora l'aveva mai cercata. Aveva imparato in fretta a sopravvivere, con piccoli furti, rovistando nei cassonetti e altre cose simili. Dormiva dove capitava, a volte nei dormitori per i senza tetto, altre nei parchi e nei giorni più fortunati a casa di chi, ogni tanto la ospitava. Aveva provato a lavorare in un market sulla ventiduesima strada , ma dopo essere stata  incolpata ingiustamente di un furto , aveva capito che le persone non erano disposte a fidarsi di una come lei.
Quando il tempo glielo permetteva, soprattutto sul finire dell'estate, amava sedersi sulle panchine ad osservare le persone. Provava ad inventarsi le loro storie, ad immaginare le loro splendide vite. Invidiava ognuno di loro. Certo sapeva che non tutti erano felici, non era un'ingenua. Sapeva che non bastava una casa ed un lavoro per esserlo e a volte non bastava nemmeno l'amore. Eppure non riusciva a fare a meno di invidiarli.
Una volta Willy , il senza tetto più saggio di Central Park, le aveva detto che l'amore è un cerchio. Tu nasci e vieni amato, cresci nell'amore e muori amando. Se questo cerchio in un qualche modo però veniva spezzato, allora sicuramente saresti morto solo come un cane. Sosteneva, che se non ricevi amore,  non puoi essere in grado di darlo. In quanto a lei, il suo cerchio non era mai nemmeno iniziato. Sapeva che la teoria di Willy era una stronzata, eppure questa cosa non aveva mai smesso di angosciarla. Era davvero destinata alla solitudine e ad una vita senza amore ?
Cercò di cacciare via questo pensiero dalla sua mente spiando l'amore nei passanti. Era questo ciò che faceva seduta su quella panchina, rubava gli istanti degli altri. Metteva in pratica l'unica cosa che la vita le aveva insegnato.
Chiara

Ho avuto in dono la luna

(progetto Itaca 5 agosto ESPERIENZE)

La Thai è una barca a vela color oro.
Il suo capitano è un uomo piccolo con gli occhi blu. Blu come i cieli che ha scrutato, come le acque che ha attraversato e le avventure che ha vissuto. Un uomo piccolo, ma quando lo vedi darsi da fare sulla sua barca pare un gigante instancabile, che arriva dappertutto.
È un uomo taciturno, ma se hai abbastanza fortuna puoi sentirlo mentre  racconta le sue storie in giro per il mondo e ti sembra di aver davanti agli occhi  Velasquez in persona.
Mentre navighiamo su questo lago, ci porta a visitare mondi meravigliosi, lo fa con un'emozione che ogni tanto spezza la sua voce, come se raccontare le sue storie fosse per lui un po' riviverle.
Io provo la stessa emozione mentre le racconta. Mentre ci narra di aver visto le balene, i leoni marini e le foche. Di aver ammirato e sfiorato i ghiacciai a Capo Horn immersi nell'oceano,
"è stato come ricevere uno schiaffo dalla natura, mi sono sentito talmente piccolo", e in quel momento mentre lo dice , chissà perché, anche io mi sento minuscola.
Ci racconta di quella volta che la barca si è  guastata e nessuno voleva scendere ad aggiustarla per paura degli squali e della profondità, "perché per quanto tu conosca il mare non smetti mai di temerlo, non sai mai cosa possa nascondere" , pronuncia queste parole quasi fossero la sua unica certezza.
Mi emoziono quando parla delle balene che incuriosite hanno circondato la barca o di quando ne hanno schiavata una quasi per miracolo, avvisati da un spruzzo improvviso.
Di quando ha navigato lungo le coste della Baja California e di quando con la sua Thai è arrivato fino in Israele.
Non mi sembra vero che esistano vite come la sua. Non mi sembra vero che possano davvero esistere persone come lui. Ascolto ogni sua parola e provo qualcosa che non so spiegare.
Mille avventure, infiniti aneddoti , storie che molto spesso si trovano solo nei libri, credo sia ammirazione mista ad invidia.
E poi c'è quella storia piccola piccola, di quella notte in cui la luna gigante a forma di culla sul mare era talmente vicina da spaventarlo, ma talmente bella da non riuscire a dimenticarsela. Talmente bella da far luccicare ancora i suoi occhi mentre lo racconta.
Le storie sono la cosa più preziosa del mondo, fanno giri infiniti e compiono miracoli, ora quella luna è anche un po' mia.
Grazie (progetto Itaca 5 agosto)
Chiara