mercoledì 22 novembre 2017

Un tempo piccolo

Ci sono periodi in cui sento forte e chiara la motivazione di chi fa scelte estreme. Di chi decide di mollare un mondo che lo opprime per tornare a vivere una vita quasi primordiale.
Ci sono momenti in cui l'unica cosa che vorrei è niente.
Una manciata di salute, un po' di anni di vita, il vento in faccia e una mano da tenere durante lunghe passeggiate.
Rinuncerei a tutto.
A volte mi guardo intorno e mi sembra di vedere un miliardo di vite impazzite, che corrono contro un tempo che non basta mai. Il lavoro, la burocrazia, gli uffici, gli appuntamenti, le scadenze, carte da compilare, documenti da presentare, il traffico, i semafori e mille pensieri che si sovrappongono in continuazione. Non vi viene mai la tentazione di premere PAUSA?
Ho sempre la profonda convinzione che sia tutto sbagliato, che abbiamo fatto un gran casino, che abbiamo esagerato in tutto. Che ci siamo spinti verso una realtà dove gli impegni ed i doveri sovrastano i sentimenti, i piaceri, il tempo per sé stessi. La sensazione che abbiamo dato priorità a qualcosa che forse non lo meritava. A volte sembriamo programmati solo per per sistemare pratiche prima della nostra dipartita, siamo costretti a credere che il dovere sia al di sopra di qualunque piacere. Sembriamo soldatini caricati a molla per arrivare in tempo agli appuntamenti. Per risolvere situazioni che dovrebbero andare in un certo modo ma puntualmente subiscono intoppi, ritardi, disguidi e come cavallette saltiamo da un ufficio all'altro, per rimediare ad uno sbaglio che qualcun altro ha fatto.
Siamo stanchi, perché risolta una questione, se ne presenta un'altra. Accantonato un problema ecco sbucarne uno nuovo.
Poi aspetti, aspetti. Aspetti risposte, conferme, esiti, aspetti una chiamata, un messaggio, una email. Aspetti anche quando non c'è più tempo per aspettare.
Allora succede. Succede che inevitabilmente immagini un cottage fatto di pietre, sull'oceano, sprovvisto di tv e di Wi-Fi, dove l'abitazione più vicina dista chilometri, dove il rumore più forte è quello del vento. Inevitabilmente immagini una coperta e due panini, un paio di birre e una lanterna. Immagini il silenzio, una zuppa sul fuoco e tanti libri a riempire le pareti. Immagini di non avere bisogno di niente. Perché quello che hai in realtà è tutto. Un tempo per non avere fretta, un tempo senza orari, un tempo per chi ami e per ciò che adori fare. Un piccolo tempo, quasi spoglio, ma talmente ricco da non sentire il bisogno di chiedere altro.
Un tempo per essere chi sei e non per essere ciò che fai.
Chiara

Nessun commento:

Posta un commento