mercoledì 12 marzo 2014

“ammazzo il tempo bevendo caffè nero bollente in questo nido scaldato ormai da un sole paziente che brucia dentro di me che è forte come il caffè”




 (immagine utilizzata “Ladycup” by MarthaLights)

Tengo la tazza del caffè tra le mani,un gesto che solo ad immaginarlo dona tepore, sorrido nel notare che in quel nero ci sono sfumature che mi assomigliano.
Aggiungo lo zucchero. Da anni qualcuno mi ripete che è decisamente troppo, da anni io rispondo che non è troppo, è come piace a me. Dolce.
Il cucchiaino compie parecchi giri, ciò nonostante non sono ancora pronta per berlo.
Credo esista un tempo ben definito da quando decidi che puoi smettere di mescolare a quando decidi di iniziare a sorseggiarlo. Un tempo rispettoso, discreto, perfetto.
Il tempo di pensare ad una sera d’inverno in cui c’era la neve, ad una porta socchiusa o al  luccichio inconfondibile di una parola inaspettata.
Appoggio le labbra sul bordo della tazza e l’aroma di qualcosa che conosco mi fa stare subito meglio, mentre il calore scende e mi brucia la gola mi convinco che sia il miglior caffè di tutta una vita.
Poi distrattamente mi accorgo di quanta malinconia ci sia nel fondo di una tazza vuota.

Chiara G. (Piovono Parole)

Nessun commento:

Posta un commento