mercoledì 24 maggio 2017

Avviso !!

****AVVISO IMPORTANTE****
Alle gentili mamme che all'uscita del cinema nei giorni di pioggia parcheggiano i loro lustrissimi SUV nei posti riservati ai disabili
Si avvisa che :
NON È PIOGGIA ACIDA ripetiamo
NON È PIOGGIA ACIDA
Per tanto i vostri dolci pargoli non si scioglieranno davanti ai vostri occhi come nel più terrificante dei film Horror, ma potranno raggiungervi indenni anche nei parcheggi più lontani.
Per i più esigenti si ricorda inoltre che esistono in commercio : ombrelli, giubbini con cappuccio, cappellini e grasso di maiale idrorepellente da cospargere su tutto il corpo.
Con queste semplici accortezze, eviterete ai pargoli, qualsiasi tipo di contatto con quel liquido proveniente dal cielo, più comunemente chiamato "pioggia" , che non ha mai ucciso nessuno.
RIPETIAMO : non ha mai ucciso nessuno !!!!
Cordialmente ma mica tanto
Chiara
(Sprazzi di cinismo represso)

"e l'egoismo sdruciolo che abbiamo tutti quanti ... "

Avevo un'amica, io nove anni e lei dieci.
Siamo cresciute insieme combinandone di tutti i colori. Io passavo da lei la mattina ed insieme andavamo a scuola, mano nella mano, come le vere amiche fanno. Molti pensavano che fossimo sorelle, anche una volta cresciute.
Gli anni passavano e nemmeno ci facevamo caso, troppo prese dalla vita.
Lei era triste ed io c'ero, lei faceva casini ed io c'ero, voleva consigli ed io c'ero. Ho scoperto di avere il cancro e lei non c'era più.
Inizialmente veniva a trovarmi ogni tanto, poi è passata a qualche telefonata, qualche messaggio e poi un bel giorno è semplicemente sparita. Puff. Anni volatilizzati in un attimo. Mi chiedevo persino se avessi io la colpa.
E mentre provavo il dolore della malattia, mi preparavo ad abituarmi alla sua assenza. Mandavo giù l'amaro in bocca, per poi puntualmente vomitarlo.
"Sei come una sorella", me lo diceva sempre.
Due anni dopo, la notte della vigilia di Natale ricevo un messaggio, come un augurio, puntuale a mezzanotte.
"Ti chiedo di perdonare la mia vigliaccheria, non ti sono stata vicino perché soffrivo troppo a vederti in quelle condizioni, vorrei tanto rivederti".
Ho tenuto quel messaggio per molto tempo senza mai rispondere. Se ne era andata senza spiegazioni, io feci lo stesso. Non stava a me perdonarla per ciò che era.
Se decidiamo di non stare accanto ad una persona che amiamo mentre lotta tra la vita e la morte, non possiamo pensare di poterlo fare dopo, perché forse un dopo non ci sarà. E se persino di fronte a questo pensiero così spaventoso, noi scegliamo di sparire, allora di quella persona non ci importa nulla.
Aveva messo davanti alla mia malattia la sua sofferenza, la sua debolezza, per non soffrire aveva preferito lasciare quella mano, dopo 17 anni.
Aveva messo davanti sé stessa.
Sapete cosa vi dico ? Che non è vero che alcune persone non sono pronte per certe cose, non è vero che per alcuni è più difficile, non è vero che non tutti sono forti abbastanza, balle sono solo balle. Quando si ama qualcuno si è pronti a tutto. Lo si deve essere per forza, non ci sono scuse. Si sopporta un cuore esplodere di dolore, si sopporta il terrore più impensabile, ci si annega di lacrime, e la notte si è pronti ad affrontare gli incubi peggiori. Ma non si scappa.
Non importa quanti chili ha perso, non importa se non ha più i capelli, non importa quanto sia difficile guardarla. Devi prendere la sua fragile e stanca mano tra le tue e dirle "andrà tutto bene, andrà tutto bene, ci sono io con te"
Chiara

liste !

Sono le 00:29 e sono a pagina 251 di un libro, più precisamente una raccolta di racconti di Stephen King. Ho una lunghissima, interminabile lista di libri "da leggere" , dove prendo nota continuamente da anni di titoli che catturano la mia curiosità. Una lista che mi fa star bene, mi da conforto, mi fa pensare a quante infinità di pagine ho ancora da leggere, e in quante storie pazzesche mi potrò ancora immergere. Un pensiero talmente ottimistico e senza tempo che toglie ogni paura.
In realtà tutte le liste hanno una vena di ottimismo. Perché racchiudono in se' un futuro.
Io ne avevo una quando facevo le chemio che si chiamava "cose che farò quando sarò guarita".
Quindi includeva due elementi importanti , che sarei guarita e che avrei avuto tantissimi sogni da realizzare.
Non è scaramanzia o cazzate simili è più che altro una sorta di obiettivo, è una mano che ti aiuta a rialzarti se inciampi è come provare a fottere il momento.
Tu guardi la tua lista e pensi "chissenefrega del dolore di oggi, ho una lista di cose bellissime che mi attendono domani".
Chiara

martedì 2 maggio 2017

New York non esiste, io l'ho vista !

New York non esiste, io l'ho vista.
È questa la frase che mi entra in testa non appena i miei piedi toccano le tue strade.
Ti ho davanti, ti ho intorno eppure sono certa che non puoi esistere veramente.
Essere li è come essere in un mondo inventato. È tanta l'emozione che provo, così tanta che non so come gestirla.
Ho sognato di vederti per così tanti anni, ti ho immaginata in mille modi ma non ti si può immaginare davvero, nemmeno un miliardo di film visti e rivisti rendono giustizia a ciò che sei veramente.
Non sei una città gentile e nemmeno facile, ma sei libera. Al di là di qualsiasi discorso politico, la sensazione che ho è di profonda libertà, la libertà di essere ciò che si desidera e poterlo mostrare senza vergogna o timore. Sei una città che stanca, che fa casino che non sta ferma un solo secondo, ma tu non giudichi mai.
Lungo le tue strade e le tue vie non camminano persone ma quadri, opere d'arte in movimento. A tutti quelli che dicono che non hai opere d'arte o monumenti e cattedrali, io rispondo che tu hai opere d'arte viventi che affollano ogni angolo. Basta guardarsi attorno.
La tua gente è un dipinto magnifico che non chiede il biglietto d'entrata.
La tua storia e' nella faccia rugosa di un uomo di colore e nel suo favoloso cappello.
Mi sono incantata a guardare persone di ogni genere, colore e bellezza ed ho capito che la parola stile e' nata nei tuoi quartieri. Dai più poveri ai più ricchi, indistintamente. C'è qualcosa nei newyorkesi che li rende unici e lo si avverte sempre, che ci si trovi sulla Quinta Strada a Manhattan o nel Bronx, a Times Square o nel Queens, che tu sia seduto su una panchina a Central Park o a Brooklyn non fa differenza, a new york la gente si porta addosso qualcosa che nessun altro ha.
Ma non so dire cosa sia. Sicuramente è qualcosa che ti cattura e ti incanta.
Raccontarti è difficile sai? Perché sono troppe le cose che vorrei dire.
Mi piacerebbe descrivere il silenzio religioso che regna sulla metro, gli sguardi assenti e assorti di chi ogni giorno vede ogni tipo di cosa e passando davanti al ponte di Brooklyn nemmeno ci fa caso. Vorrei descrivere cosa si prova ad essere su una panchina a Central Park e vedere sbucare da dietro gli alberi fioriti, grattacieli senza fine.
Vorrei poter raccontare del nodo in gola nel vedere Manhattan di notte dall'alto, illuminata come fosse circondata da un milione di stelle. Mi piacerebbe riuscire a trasmettere le mie risate nel negozio punk nell'East Village, o quanto fosse buona una Guinness a colazione nel bronx.
Cosa significhi mangiare un hot dog per strada, o vedere un luna-park illuminare l'oceano dando vita alla malinconia.
Vorrei raccontare dell'energia che ho sentito nell'uscire dalla metro a Times Square, come se un groviglio di vita mi si fiondasse addosso attraverso le luci e le voci.
Vorrei poter dire tutto ciò che sei, ma il problema è che tu sei un miliardo di pezzi di un puzzle sparsi sul pavimento, dove il ragazzo punk dorme su una panchina accanto all'uomo d'affari impeccabile che legge il giornale.
Sei uno schiaffo al bigottismo, alla provincialita', uno schiaffo alle etichette e alla banalità.
Sei tutto quel giallo in un mare di taxi. Sei il tanfo intenso e pungente di ogni tua stazione.
Sei tutta la gente del mondo e allo stesso tempo sei solitudine.
E certe volte sei cinica, ma altre invece, sei un uomo che suona il sax in un parco di sera.

Sei quello che tutti credevano non potessi vedere mai, ho le gambe a pezzi ma un cuore in più.
Grazie e arrivederci
Chiara