Sono cresciuta su questa strada, anzi sarebbe più esatto dire che questa
strada mi ha cresciuta.
Noi la chiamavamo “vicolo”.
Mi siedo su questi gradini e se chiudo gli occhi la sento parlare, sono
passati tanti anni ma le storie che le strade raccontano non hanno tempo.
Non è più la stessa di allora, adesso è interamente piastrellata da
mattoncini, ha un’aria quasi elegante, quando ero piccola era semplicemente
cemento, cemento che anneriva le mani ed i vestiti quando ci stavi seduta delle
ore, ma se la si conosce come la conosco io, si possono scorgere tantissimi
particolari che non hanno mai subito cambiamenti.
Le panchine, i tombini, gli alberi, il piccolo marciapiede che la costeggia
solo per un breve tratto, gli scalini che portano alla “fossa”, persino certe
case non sono mai cambiate, elementi che hanno osservato rispettosi la mia
infanzia, sono ancora qui identici, solo un po’ invecchiati, proprio come me.
Il vicolo era la casa di tutti, la nostra casa, certo ognuno di noi aveva la
sua casa dove faceva ritorno ogni giorno, ma in questa strada ci abitavamo
tutti, non esisteva “mio”e “tuo”, lì su quel cemento incandescente nei giorni
estivi tutto era di tutti. Su quel cemento bagnato nei giorni d’inverno noi
convivevamo.
La strada che calpesti quando sei bambino contribuisce a renderti ciò che
sei, se fossi cresciuta in un altro vicolo, ora sarei un’altra persona, non
dico peggiore o migliore semplicemente diversa.
Mi piace immaginare che il nostro vicolo conservi nelle sue fessure tutto
ciò che siamo stati, che abbia impresso come un marchio permanente ogni risata,
ogni gioco, ogni litigio, ogni più piccolo segreto confidato, le spinte, le
gare, le grida, le strette di mano in segno di pace, le promesse mantenute e
anche tutte quelle infrante. Le ginocchia nere e sbucciate, il suono dei
campanelli e la corsa per nascondersi, le caramelle offerte e quelle negate, le
regole di “nascondino” che cambiavano sempre,le canzoncine insensate mentre
saltavi la corda, i racconti di paura, la bocca sporca di gelato e le dita nel
naso, le prime lacrime di delusione e perchè no anche lo sputo che
arrivava più lontano. Tutto è parte integrante della strada.
Immaginate un passato che non è passato ma che continua a vivere nonostante
lo scorrere del tempo.
Intere generazioni che si intrecciano sotto ai nostri piedi.
Chiara.
Un'altra perla della memoria vivente di ognuno di noi, seppur con qualche variante. Sono felice di averti scoperto qui e ogni post me lo gusto come un nettare prezioso da far durare a lungo per scoprirne ogni volta una sfumatura di gusto diversa.
RispondiEliminaLuigina ho letto ora il tuo commento :) grazie mille per essere sempre così attenta e presente ♡
RispondiEliminaLuigina ho letto ora il tuo commento :) grazie mille per essere sempre così attenta e presente ♡
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