(immagine utilizzata di “mandy-tsung”_inner-peace1)
“Quando Ophelia fu sola , pianse, non sapeva per quale ragione stesse
piangendo, semplicemente le lacrime avevano iniziato a scendere come la
cosa più naturale del mondo. Non perchè era rimasta sola, non c’era un motivo
preciso, non era perchè si sentiva come se un carrarmato fosse passato
sul suo corpo, nè per i suoi ricci stesi senza vita sul cuscino , e nemmeno per
quella tremenda nausea che non se ne andava, forse era solo che aveva il
cancro. Quando resti sola con quella macchia nera che un po’ alla volta mangia
qualcosa di te , quando nel silenzio della tua stanza ti sembra sentirlo
sgranocchiare, quando senti che non esiste la certezza di poterlo fermare , le
lacrime scendono e non c’è modo di fermarle è inevitabile, inevitabile come un
brivido quando il freddo ti sorprende. .
Si asciugò l’ultima lacrima e decise, almeno per quella sera, che non
le importava sforzarsi di star bene, non le importava dimostrarsi forte e
senza paura, quella sera desiderava solamente lasciarsi andare, desiderava
ascoltare il suo dolore e rispettarlo, perchè è così che deve essere, ci sono
momenti in cui il dolore va rispettato, va compreso e va accettato, come del
resto si fa con la felicità.
Domani sarebbe stato un giorno diverso, domani avrebbe lottato con tutte le
sue forze, ma quella sera si lasciò cullare dal suo dolce e disperato dolore
come fosse un amante, uno di quegli amanti che al risveglio non trovi più
accanto.”
Chiara G. (Piovono Parole)
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