martedì 29 gennaio 2019

Verso il buio

Niall non aveva mai capito l'avversione degli umani nei confronti dei vampiri. Il perché si sentissero tanto migliori. I vampiri da sempre venivano considerati dei mostri, eppure non si comportavano in modo tanto diverso dalla maggior parte degli uomini.
Nel corso dei secoli aveva visto compiere dall'uomo i peggiori atti. Era convinto che anche in ogni essere umano si celasse un mostro dai denti aguzzi,magari più nascosto, magari meno visibile, ma non meno pericoloso.
Niall non aveva mai tentato di trattenere la sua natura e la sua sete, lo trovava ipocrita, era come chiedere ad un leopardo di cibarsi di erba.
Era stato morso quando aveva 16 anni ed era rimasto imprigionato in quel corpo di adolescente per 2 lunghi secoli. Ora era il sedicenne più maturo e saggio del mondo.
Non aveva amici umani, era impossibile averne, il loro sangue pulsava nel suo cervello in modo talmente insistente, che avrebbe rischiato di compiere una strage ogni giorno e non era ciò che desiderava. Nutrirsi era un conto, ascoltare la sete senza nessun freno era una storia decisamente più complicata.
Il suo mentore Ian gli aveva insegnato tutto su come essere un vampiro. Era stato lui a trasformarlo in piena notte su una panchina di un parco non illuminato , quindi da quel momento in poi era stato suo compito istruirlo in tutto e per tutto.
Ora Ian viveva a Dublino, ma ogni tanto si incontravano ancora per qualche battuta di caccia.
Quando un vampiro andava a caccia poteva scegliere se trasformare la vittima o lasciarla morire, il più delle volte accadeva la seconda cosa, era difficile fermarsi in tempo per non uccidere. E poi, un morto, dava meno nell'occhio o almeno nella sua testa era la scelta più semplice.
Niall in passato aveva provato a mischiarsi tra gli umani, cercando di creare legami, ma aveva abbandonato l'idea quasi all'istante. Quando vivi così a lungo, la stupidità e l'ignoranza umana ti infastidiscono , vedere quei piccoli e sciocchi esseri compiere sempre gli stessi errori, ti porta ad odiarli.
Sì feriscono, si tradiscono, si credono l'uno migliore dell'altro, quando invece sono tutti uguali, quando invece sono mossi solo dall'egoismo.
I vampiri sono quello che sono.

Era questo ciò che pensava mentre guardava il corpo inerme giacere in quel vicolo. Era passata più di un'ora da quando aveva messo i denti su quel collo. Si era seduto su uno scatolone accanto all'immondizia a fissare la minuscola goccia di sangue colare da due puntini rosso rubino, brillavano come fossero gioielli, erano l'unica cosa viva che restava di quell'uomo dalla barba folta.
Forse agli occhi di un uomo può sembrare assurdo uccidere un essere vivente solo per nutrirsi, ma non è forse assurdo uccidere per  soldi? Per il potere? Non è forse assurdo uccidere per gelosia?
I vampiri in fin dei conti sono solo bestie che rispondono al proprio istinto, per sopravvivenza.
Non si faceva mai troppe domande sulla vita della sua preda, era qualcuno che semplicemente si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Erano uomini e in quanto tali, la loro esistenza era pressoché inutile, servivano solo come cena.
Guardò un'ultima volta quella sagoma senza vita, cercò un briciolo di rimorso dentro di sé, ma come sempre, non lo trovò. Attraversò il vicolo e si incamminò nel buio, un buio che ormai conosceva a memoria.
E mentre si dirigeva dentro a quella oscurità, si rese conto, che in quell'oscurità non era più solo.
Era un luogo sempre più affollato.
Un esercito di umani ci si stava addentrando, loro così convinti di essere migliori, stavano diventando giorno dopo giorno, i cittadini di quel buio abitato da mostri.

Era strano rendersi conto di quanto fosse facile trasformarsi in qualcos'altro, a volte non serviva nemmeno un morso. A volte il veleno, le persone se lo portavano dentro e non c'era modo di arrestarlo. Una volta che si diffondeva  non c'era alcun antidoto, alcuna pozione per tornare indietro. Questo stava accadendo all'umanità, stava mutando in qualcosa di terribile.
Il cuore umano aveva lo stesso identico odore acre del suo cuore, l'odore di cose cattive e ormai morte.

Chiara

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