martedì 22 novembre 2016

Un mostriciattolo meraviglioso

Non ho sofferto quando al secondo ciclo di chemio i miei capelli hanno iniziato a cadere come fosse autunno.
Fino ai 13 anni ho avuto i capelli lunghissimi, boccoli castani lunghi fino al sedere, per poi andare dalla parrucchiera e rasarli completamente a zero, in un giorno qualsiasi, senza pormi domande.
Quindi no, se mi si chiede come ho vissuto il trauma della perdita di capelli, io faccio spallucce, perché non è stato un trauma. Una strana sensazione forse si, perché perderli non è come tagliarli ... È un atto involontario che accade inesorabilmente.
Non ho mai voluto parrucche, usavo a volte i foulard oppure i cappellini, ma spesso giravo allegramente con la mia testa pelata in bella vista. Mi sono sempre sentita a mio agio con e senza capelli. Ho conosciuto tantissime donne durante la mia malattia e quella di mia sorella, ed ho imparato che spesso la perdita dei capelli è uno dei traumi più difficili da superare, soprattutto inizialmente. È comprensibile.
Il cancro e la chemioterapia tentano in tutti i modi di renderti il meno umana possibile. Ti  stravolgono fuori e dentro ! Ti mettono alla prova, giocano con il tuo aspetto, vogliono che tu veda un mostro davanti allo specchio. Al cancro piace scambiare i ruoli, farti credere che il mostro sia tu e non lui. E a volte ci riesce.  Ciocca dopo ciocca i capelli muoiono sul cuscino, senza più forze. Bisogna opporsi a questi giochi meschini, non ci si deve rassegnare ad essere dei mostri. Si può essere belle anche senza un capello in testa, e bisogna amarsi anche quando il verde della nostra faccia prende il sopravvento. Bisogna guardarsi allo specchio senza paura, perché c'è una bellezza in ognuno di noi che va oltre a qualsiasi faccia da zombie, basta solo farla uscire.
Non è sempre facile, non tutti i giorni sono uguali e non si può sempre essere forti. Ma l'amore che proviamo per noi stessi, quello è intoccabile, mi faceva strisciare ogni mattina verso il bagno a sfidare quel mostro nello specchio con tutte le mie poche, pochissime forze. Mi ripetevo sottovoce "Un po' di matita e un lucidalabbra, un mezzo sorriso e un po' di luce negli occhi, mi salveranno anche oggi".
Adesso sono passati circa 9 anni, mi piacciono i miei capelli rasati sul lato sinistro, sono il ritratto di quel bellissimo mostriciattolo di cui mi sono presa cura giorno dopo giorno, sempre e comunque nonostante tutto. I capelli più lunghi sul lato destro invece hanno un solo significato, ovvero "l'unica cosa che conta, alla fine di tutto è che io sono Qui."
Chiara

1 commento:

  1. E io sono venuta a controllare se ha salvato qui questo bellissimo post. TVSB

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